Ansia

Ansia, motore di cambiamento

di Swami Joythimayananda

Ansia e attacchi di panico sono uno dei mali caratteristici del nostro tempo e rappresentano un indicatore chiaro del modo in cui ci approcciamo alla vita e ci relazioniamo alla società. La condizione di malessere causata da eccesso di ansia ha origine nella mente, ma per risolvere il problema non basta una semplice diagnosi medica con conseguente prescrizione di farmaci, questo tipo di approccio si dimostra efficace solo per una minima percentuale di pazienti. Consiglio quindi di partire dalla consapevolezza che l’ansia fa parte di noi e costituisce una sorta di innesco per avviare il “motore” del cambiamento, in quanto è proprio la sensazione collegata all’ansia che ci sollecita a trasformare le nostre dinamiche interiori. È quindi importante per ogni individuo dare priorità alla cura di se stessi e della propria anima, poiché l’accumulo di ansia è determinato da un eccesso di stimoli esterni e da un’impreparazione ad accoglierli nel modo corretto, ma anche dalla fretta e dalla velocità con cui “digeriamo” le emozioni.
L’ansia provoca lo sprigionarsi di adrenalina. Ogni volta che l’uomo si trova a dover affrontare una difficoltà ha bisogno della forza necessaria per prepararsi a superarla: l’ansia è la rincorsa necessaria per effettuare il salto che ci permette di superare l’ostacolo. C’è dunque un tipo di ansia da considerare normale e benefica. L’ansia negativa, invece, corrisponde a sensazioni di agitazione e di affanno e, sebbene sia una condizione causata da uno stato emozionale, può provocare dei precisi sintomi: dolori corporali (testa, petto, addome e schiena), tensione muscolare, giramenti di testa, reflusso, nausea e vomito, diarrea e lo stimolo a urinare di frequente. Tra i disturbi causati da un’ansia eccessiva, tuttavia, il più fastidioso è quello relativo agli attacchi di panico, che sono dovuti a un eccesso di energia che non può fluire e scorrere, accumulandosi fino a generare un sovraccarico che può diventare faticoso da controllare.
Diversi disturbi, compresi quelli mentali, sono connessi alle cinque cavità (cranica, della gola, toracica, addominale, pelvica), che devono sempre essere mantenute libere. Se in queste zone ci sono dei blocchi causati da energia ristagnante è più probabile che si verificano dei disturbi e che anche la mente possa comportarsi in modo disturbato; questo tipo di ansia è una reazione dovuta allo stress e può essere associata a una paura reale o immaginaria. Durante un attacco di panico il paziente può essere soggetto ad accelerazione del battito cardiaco, sudorazione eccessiva, tremore, stanchezza e debolezza, e, in stati avanzati di ansia, si può manifestare persino l’epilessia. Per intraprendere un processo di guarigione è fondamentale avere uno stile di vita corretto, seguire una dieta sana e saper controllare la propria mente, poiché se essa viene sopraffatta da sentimenti negativi può causare problemi seri all’anima e al corpo.

Le cause dell’ansia

Secondo l’Ayurveda è lo squilibrio di Vata a determinare ansia, paura, instabilità e insonnia, lo squilibrio di Pita provoca rabbia, irritabilità e gelosia, mentre lo squilibrio di Kapa può causare depressione e pigrizia. Nei testi classici ayurvedici i disturbi d’ansia sono collocati nella sessione del Budhi Vidya, che tratta nello specifico le disfunzioni psichiatriche.
Secondo il punto di vista ayurvedico i disturbi mentali, così come tutte le malattie in generale, sono causati da tre fattori: Atmik, fattori individuali, come malattie psicosomatiche, genetiche, legate alla costituzione, dovute a una dieta errata o all’età; Bautika, fattori esterni, per esempio malattie infettive, epidemiche, ambientali o stagionali; Deivika, fattori del tutto “casuali”, è il caso di malattie determinate dal destino o dall’influsso negativo dei pianeti.
Secondo l’Ayurveda l’ansia fa parte del primo gruppo, collocabile quindi all’interno di uno di quegli squilibri riguardanti l’attività giornaliera, l’alimentazione e il sonno, fattori che possono causare squilibri emotivi quali senso di colpa e di ingiustizia, ma anche insicurezza, paura, attaccamento o avidità, accumulo di tossine o indigestione.

La risposta della natura

La scienza moderna tratta i disturbi d’ansia con la terapia farmacologica e psicologica, ricordiamo però che i sedativi possono indurre il paziente a una forte dipendenza, dando vita a effetti collaterali a volte persino più invalidanti rispetto all’ansia avvertita in origine. I trattamenti ayurvedici mirano a curare la persona nel suo complesso, principalmente attraverso l’utilizzo di erbe naturali. Tra le più indicate per fronteggiare il manifestarsi di stati di ansia segnaliamo: Shankhapushpi (Clitoria ternatea/Convolvulus pluricaulis), Mandukaparni (Centella asiatica), Brahmi (Bacopa monnieri), Tulsi o Basilico sacro (Ocimum tenuiflorum) e Ashwagandha (Withania somnifera).
Da migliaia di anni questi ritrovati naturali sono utilizzati per curare i disturbi mentali e migliorare le funzioni cerebrali, poiché hanno energia fredda, oltre a qualità stabilizzanti, leggere e untuose, e un gusto amaro e astringente. Queste erbe non solo ringiovaniscono, ma aumentano la memoria e migliorano l’attività cerebrale. Ecco perché sono presenti anche in un tonico molto utilizzato in Ayurveda, come il Brahmi Rasa e in oli medicati come il Dhara e il Brahmi Tailam, utilizzati rispettivamente nel Sirodhara e nel Sirobasthi, trattamenti che hanno la funzione di migliorare la circolazione del sangue al cervello e stimolare le ghiandole pituitaria e pineale al fine di migliorare la loro funzione. Questi trattamenti agiscono come nutrienti molecolari per il cervello e hanno quindi un effetto positivo sui neurotrasmettitori che aiutano a curare tensione mentale, insonnia, stress e perdita di memoria.

Se riconosci l’ansia previenila con un canto

Quando sentiamo salire in noi l’ansia possiamo controllarla cantando un Mantra, formato da suoni e vibrazioni in grado di indurre un cambiamento positivo. In Ayurveda il Mantra utilizzato per la guarigione è Maha Mantra, e in situazioni di difficoltà emotiva è possibile recitarlo, canticchiarlo tra sé oppure in silenzio se stiamo per esempio in una metro, sul posto di lavoro o in un locale pubblico.

Om tryambakam yajaamahe
sugandhim pushtivardhanam
Urvaarukamiva bandhanaan
Mrityormukshiya maamritaat

Om tryambakam yajaamahe sugandhim pushtivardhanam

Urvaarukamiva bandhanaan Mrityormukshiya maamritaat

Traduzione: Adoriamo Colui che ha tre occhi (Il Signore Shiva), che è fragrante di Essenza Divina, e che sostiene e nutre tutte le creature viventi. Possa Egli liberarci dal ciclo di morte e rinascita, e guidarci verso l’emancipazione, così come un contadino stacca dalla pianta un cocomero maturo.